Chiesa Maria S.S. Assunta - Comune di Delianuova
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Chiesa Maria S.S. Assunta
La chiesa dell'Assunta fu ricostruita dopo il terremoto del 1895, in unica navata. Monumentale e degno di nota è il portone in legno, opera di artigiani locali (la famiglia Caminiti), datato originariamente 1912 e più volte ristrutturato.
È in legno di castagno intagliato e verniciato, ed in esso sono anche rappresentate scene di vita mariana (Assunzione e Annunciazione).
All’interno, subito a destra, nella prima cappella, una stupenda statua in marmo bianco, raffigurante la Madonna, di scuola messinese, sapientemente restaurata da Mimmo Papalia. Nella stessa cappella, due dipinti: il primo, sulla parete destra, in tempera su tela, di Raffaele Angelo Musitano, del 1854, raffigurante San Luigi Gonzaga, il secondo, sulla parete sinistra, raffigurante San Francesco Saverio del 1906, dello stesso autore calabrese.
Più avanti, nella seconda cappella, l’armadio contenente la statua, la macchina processionale ed il corredo della Madonna Assunta. L’armadio è in legno di noce intagliato. La statua della madonna così come gli angeli attorno ad essa, sono in legno scolpito e dipinto. Non c’è datazione per quanto riguarda la statua, verosimilmente è anteriore al 1801, poiché è proprio questa la data presente sulla corona, in argento sbalzato, traforato e dorato.
Nella stessa cappella è presente un confessionale del XIX secolo in legno tornito e intagliato, mentre nell’altra cappella vi è la statua di Santa Domenica, di bottega calabrese, in legno con le belve ai lati, anch’essi in legno scolpito; questi ultimi sono datati 1909.
Sempre nella terza cappella, una statua di San Rocco del 1894, opera di Raffaele Angelo Musitano, in legno scolpito e dipinto. Nella quarta cappella destra, qualcosa di più recente: un altare in marmo bianco con dipinto olio su tela di Sant’Antonio di Padova, datati 1931 - 1936 ed una statua dello stesso santo.
Nel transetto destro, l’altare con la statua di San Giuseppe.
Altare in marmo bianco scolpito ed intarsiato, opera di maestranza meridionale, mentre la statua è in legno scolpito e dipinto, della scuola scultorea di Serra San Bruno. Sul presbiterio, interessante l’acquasantiera in marmo bianco scolpito, mentre imponente si presenta l’altare maggiore, in marmo bianco e rosso di Verona, scolpito, che accoglie un bel dipinto dell’Assunzione della Vergine, olio su tela, di scuola meridionale, non datato (si pensa sia appartenuto alla vecchia chiesa dell’Assunta di Paracorio, prima del terremoto del 1783).
Nel transetto sinistro, a destra dell’altare, due interessanti reperti, che la dicono lunga sull’arte calabrese pre-sisma 1783: una lapide del 1735 in pietra serena scolpita ed una testina alata, pur essa in pietra serena, facente parte di un insieme lapideo del XVIII secolo andato distrutto con quel terremoto.
Nello stesso transetto, l’altare con la statua del Sacro Cuore di Gesù.
L’altare è in marmo bianco scolpito ed intarsiato, mentre la statua è in cartapesta, modellata e dipinta, opera anonima di bottega leccese.
Stessa scuola leccese per il gruppo scultoreo presente nella cappella successiva raffigurante la Madonna del Carmelo che intercede per le anime del Purgatorio, anch’esso in cartapesta modellata e dipinta, posto in un altare in marmo bianco scolpito ed intarsiato.
Di essa, però, si conosce l’autore che è il leccese Giuseppe Malecore.
Sempre di Malecore è la statua di Sant’Espedito, sempre in catapesta, presente nella cappella successiva e datata 1904.
Nella stessa cappella la statua in legno di san Diego d’Alcalà, di bottega meridionale e San Francesco Saverio in legno del 1850-99. Sempre in legno scolpito e dipinto una statua della Madonna del Rosario, di scuola meridionale, non datata. Sono datate invece le due corone presenti sulla stessa Madonna e sul Bambino: 1832 - 1839. Esse sono in argento sbalzato, cesellato e traforato. Nella terza cappella sinistra altri interessanti gruppi scultorei: San Raffaele Arcangelo con Tobia. In legno scolpito e dipinto, opera di Raffaele Angelo Musitano nel 1892 e la statua dell’Addolorata, sempre in legno, ma di cui non si conoscono con certezza nè autore nè datazione.
Molti, anche in questa chiesa, sono i suppellettili sacri ed i paramenti presenti nella sacrestia.
Di particolare interesse: un reliquario a ostensorio del 1863 circa, (in esso, all’interno, l’autentica fatta da mons. Coppola, vescovo di Oppido Mamertina, a Paracorio, il 21 maggio 1863), in argento in lamina; una campana in bronzo fuso di bottega calabrese, del 1875-99 ed alcuni parati del XIX secolo, tutto il resto (paramenti, statuine, piccoli tabernacoli, calici, crocefissi, ombrellini processionali ecc.) sono tutti databili 1900 - 1949.
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